Una favola verticale
Considero I musicanti di Brema una favola verticale, sovrapposta, amatissima.
È la favola della memoria (mia) e c’è una statua in bronzo del 1953 di Gerhard Marcks nella piazza del Municipio di Brema – Germania che ricorda la favola dei fratelli Jacob e Wilhelm Grimm “Die Bremer Stadtmusikanten”.
Noi artisti d’ombre della compagnia Il Gatto Nero, in questa fase di Forma e Luce, abbiamo vissuto la premiere, gestito emozioni, ritmo e tempi, dato corpo e anima alla storia e adesso la stiamo conducendo. Abbiamo chiari il “quadrante di azione” che è lo spazio di movimento sullo schermo, gli “angoli di contatto”, che dipendono dalla inclinazione del bastoncino nella pressione sullo schermo e aumentano la nitidezza, ed esprimiamo un concetto in questa favola: l’unione fa la forza, insieme al
concetto: non abbattiamoci, risolviamo i problemi.
Ci sono i primi elementi di “recitazione in coro” che introducono la coordinazione in collettiva: l’asino si posiziona, il cane sale in groppa, il gatto sul cane, il gallo sul gatto, tutti insieme agiscono.
Abbiamo voluto i versi, che divertono molto i bambini, che sono il suono della soluzione, della azione, della diversità in concerto.
Le forme dei burattini sono fin qui poco o in nessun modo snodate, i loro movimenti sono definiti dal volere del burattinaio e non hanno libertà propria, è la fase della conoscenza della posizione e potenzialità, del guardarsi intorno, del guardare l’altro, del decidere il proprio filo conduttore.