“Era il febbraio 2006 quando un giovane ragazzo di nome Andrea Cornacchia, viveva la sua vita in assoluta spensieratezza e vivacita’. Andrea era il classico ragazzo che amava divertirsi ancora con l’entusiasmo e l’ingenuita’ di un bambino, trovava a diletto nel giocare e scherzare, amava mascherarsi e crearsi mondi fantastici in cui rifugiarsi e vivere come in una fiaba. Questo lo portava ad avere una grande empatia coi bambini, con cui si rendeva conto di avere dei legami più forti degli altri adulti, li capiva e a volte si sentiva anche più capito ed apprezzato di chiunque altro al mondo.
Andrea sfruttava queste sue doti lavorando in una scuola materna, dove viveva coi i bambini, come i bambini tutte le sue giornate, imparando a riscoprire con la stessa loro meraviglia la vita e cibadosi delle emozioni che gli procurava. Ma piu’ che mai ai nostri tempi la realta’ cruda e fredda piomba sempre piu’ in fretta nelle nostre vite, provocando la disillusione dai sogni e dalle favole e di conseguenza dalla capacita’ di costruirsi il proprio sogno per cui combattere e vivere con la giusta positivita’. Lui stesso sin da piccolo si era trovato a dover combattere per essi, a dover affrontare incredibili dibattiti sull’esistenza di un mondo fantastico, sulla fondatezza delle sue fantasie che lo facevano volare con la mente e con gli occhi, come può essere il credere a Babbo Natale o agni gnomi del bosco.
Un giorno nell’asilo dove lavorava arrivò un bambino molto particolare: un bimbo tanto serio e introverso, non parlava mai con nessuno, e se lo faceva era solo per far notare a tutti che un pupazzo non può parlare o avere bisogni, che i cartoni animati non esistono ma sono solo disegni fatti dagli uomini, che la luna di certo non è fatta di formaggio tutto da mangiare. Andrea si incuriosì, e capì sin da subito che troppo presto la realtà aveva colpito questo bambino, che la sua capacità di sognare era bloccata e assopita in lui, per un motivo che non conosceva. I suoi genitori si vedevano poco, lui spesso rimaneva l’ultimo ad esser venuto a prendere a scuola, la mamma o il papà parlavan solo per fargli notare che aveva la maglia fuori dai pantaloni o che se si sporcava poi avrebbe dovuto lavarsi.
Andrea pensò quindi di fare qualcosa per lui: scoprì grazie al registro delle presenze che da li a pochi giorni sarebbe stato il compleanno di questo bambino, e pensò fosse proprio il caso di organizzargli una bella festa a sorpresa a scuola: prima del suo arrivo preparò tutti i bambini, li vestì tutti colorati e li “armò” di trombette e coriandoli,preparò tanti palloncini colorati, e un enorme scritta che diceva “tanti auguri” sopra al tavolo dove c’erano patatine, bibite e una torta gigante col suo nome scritto sopra;
quando arrivò il bambino a scuola, tutta la classe era in silenzio e stava al buio più totale…lui entrò un po’ impaurito, e di colpo si accesero tante lucine colorate, partì la musica di buon compleanno che tutti i bambini accompagnavano cantandola, vestiti a festa e tirando coriandoli, sulla testa del bambino apparì una corona da re del compleanno! Ma il bambino non esultò, non sorrise, anzi si blocco’, squadrò gli occhi e rimase immobile, una lacrima inizio’a percorglierli il volto…a quel punto corse via, scappo’, lasciando tutti immobili e stupefatti. Andrea allora corse dietro di lui, fino al bagno in cui si chiuse, dove lo sentì disperato piangere ed urlare : “non c’è niente da festeggiare, non c’è niente da festeggiare, non c’è mai niente da festeggiare! la torta costa 20 euro, le patatine 2 euro, le bibite 5 euro…”sembrava impazzito mentre continuava a quantificare come un contabile la spesa che una festa comporta, continuando a tirar fuori tra un singhiozzo e l’altro tutti i motivi per cui non ha senso fare una festa;
A quel punto qualcosa successe dentro Andrea, mentre era li, ad ascoltare la sua disperazione, qualcosa dentro di lui si divise, qualcosa esplose e naque sotto il continuo pensiero ” se è nella fantasia che non riesce ad addentrarsi per divertirsi, sarà qualcosa di fantastico a trascinarcelo dentro”…e come impazzito inizio a tremare, a perdere il controllo del suo corpo, la sua voce iniziò ad emettere suoni strani, come di un cartone animato, si trascinò verso uno scaffale dove le sue mani, senza guardare trovarono del trucco blu con cui si coprì gli occhi ricolmi di lacrime, una matita rossa con cui si segnò il sorriso dei bambini spensierati, del cerone bianco che usò per nascondere le sue “fattezze umane”. Vestito a festa, con pantaloni tutti colorati e baschetto a quadri blu e viola, trovò una sciarpa rossa e se la legò al collo…a quel punto Andrea, che non poteva sopportare ne intervenire in quella situazione, aveva lasciato spazio e corpo a Bambù il clown dei Bambini! E così fu festa, anche per quel bambino, che quando vide quello strano personaggio che sembrava un cartone animato, per quel che diceva e per come era conciato, inizio’ a creder davvero che forse la fantasia possa concretizzarsi anche in un mondo reale in cui nessuno forse lo aveva mai portato. e ci furono balli e giochi per tutti i bambini, tutti quanti mangiavano e tiravano coriandoli, senza pensare al dover pulire dopo, o al maldipancia che troppa torta poteva procurare. Bambù nacque così,e sin da subito si pose l’obbiettivo di ridare la fantasia ai bambini che forse a causa della vita l’avevan persa, di gioire e credere che tutto è possibile nel giorno più bello della loro vita: il loro compleanno.
Bambù inizio a vivere quindi e ad esistere ogni volta che i bambini ne avessero bisogno, e iniziò così una sua vita parallela a quella di Andrea. Conobbe ben presto anche l’amore, quando si ritrovo’ ad animare i bambini di un quartiere a Torino per un iniziativa creata da Andrea stesso: si chiamava Jolly Trip. Fu un sentimento strano, che Bambu’ riuscì difficilmente a concepire;i due si incontrarono e si unirono tra giochi e balli coi bambini condividendo la stessa passione, vissero tanti bei momenti insieme, tra risate e scherzi molesti, spettacoli e giochi coi bambini.
Si dice che furono inseparabili per un lungo periodo,e vissero insieme incredibili avventure, portando la gioia a tanti bambini ovunque ci fosse bisogno; si sa per certo che Jolly Trip purtroppo ad un certo punto scomparì, e solo quando non ci fu più Bambù capì, che quel calore dentro che provava ma non sapeva spiegarsi, si chiamava amore .
Il buon Bambù a quel punto, proseguì il suo viaggio, tanti erano i luoghi in cui andare dove ci sarebbe stato bisogno di lui!