Il drago sotto il tetto che scotta
ll Teatro delle Ombre cinese, è realizzato con figure colorate fatte di cuoio o carta, musica e cantanti. Il burattinaio muove le figure con asticelle e nasce l’illusione del movimento su uno schermo trasparente illuminato da dietro. Il burattinaio canta, in falsetto,
manovra diverse marionette con snodi che possono variare tra i 12 e i 24, suona diversi strumenti e una compagnia è formata da 7 a 9 componenti, o da 2 a 5 quando è piccola. L’intrattenimento ha scopo religioso rituale, matrimoniale e funebre.
La compagnia Il Gatto Nero è pronta per i draghi, che non potrebbero mai mancare, che non mancheranno mai. È una antica favola cinese con un drago di carta, molto colorato, tenuto su una parete, fermo immobile per tempo infinito, con la sua coda variopinta di pavone. È bello alla vista, è vibrante di energia al tatto, ma è fermo lì, fino a quando qualcuno gli riconosce la libertà.
Questa rappresentazione scorre, abbiamo aggiunto altri bastoncini, spellato e reso lisce con cura le parti finali, immaginato il drago pavone, che è un connubio morbido e naturale, le forme si uniscono con grande gusto e soddisfazione di entrambe. Non è facile tenere fermo il drago sulla parete mentre la storia si svolge e tutto intorno le persone si muovono, così lo facciamo dondolare appena, cambiare posizione, e poi, introduciamo l’effetto finale del volo e della libertà raggiunta, staccando piano piano la marionetta dallo schermo, facendola arretrare a poco a poco.
Non sappiamo come sarà quello che abbiamo manovrato da dentro, da dietro, non sappiamo come sarà da fuori, ed è sempre un’emozione attendere i secondi nei quali noi stessi siamo immobili, posare le marionette e spegnere la ripresa. Sedersi vicini vicini e guardare mettendosi davanti, e… sì, l’effetto funziona, il drago si allontana, ingrandisce, scompare, finalmente libero.
I bambini questa volta sono molto seri, molto intensa l’aria ormai professionale, molto attenti a giudicare i dettagli, la messa a fuoco, le posizioni di scena, le esclamazioni, le risatine, gli allarmi, che ci scappano nel rappresentare… ho detto a Diego e Davide, che, qualunque cosa succeda, mentre creiamo le storie d’ombre, noi non ci fermiamo, nulla ci deve far sobbalzare, spaventare, immaginare di interrompere, a meno che… a meno che gli alieni atterrino nel prato davanti casa.
Grazia