“Mi piacerebbe molto, ma sono troppo timido/a per fare una cosa simile.”
Il livello di coinvolgimento lo stabilisci tu: una persona timida può interpretare un personaggio taciturno, una persona con poca mobilità (o voglia di muoversi, perché è lecito anche questo!) può essere un personaggio statuario, imponente nella sua immobilità. Il segreto è immaginare chi potremmo essere in base a quando e cosa vogliamo mettere in gioco (o meno) di noi stessi.
“E se poi sul palco ci perdiamo, e non ci ricordiamo come va avanti la scena?”
Sul palco non sarete mai soli, ma ci sarò sempre io con voi: interpreterò un personaggio che abbia la possibilità di creare i collegamenti per proseguire con la scena laddove ci si perda, sarò colui che darà i tempi e coprirà i “tempi morti” che a volte si creano. In ogni caso lo spettatore non ha in mano un copione con l’esatto percorso delle scene che andiamo ad interpretare: mi è capitato di ritrovarmi sul palcoscenico e, cavalcando un errore o un’idea venuta improvvisando, la scena prevista si è arricchita di elementi nuovi e divertenti ! Anche perché, le storie delle nostre scene saranno per lo più canovacci, direzioni in cui andare, dove dentro potrà succedere di tutto lasciando la giusta libertà ai personaggi creati.
“A me piacerebbe, ma magari non ho idee su come può essere un mio personaggio, ne cosa fargli fare”
La cosa bella di fare questo lavoro in gruppo è che ognuno di noi produrrà idee sia per se stesso che potenzialmente per il gruppo stesso: il solo veder qualcuno vicino a noi per come si muove, come parla, può farci venire un idea di come e cosa potrebbe essere su un palcoscenico. Tante teste producono tante idee, che fanno eco e rimbalzano tra le teste di tutti! Quindi è impossibile ritrovarsi senza idee: di solito si ha il problema inverso!
Ecco il Trailer del Workshop eseguito a Montagnana presso il Cinema/Teatro Bellini: